Location: Associazione Culturale Jazz Bud Powell
UNO, NESSUNO E PIRANDELLO
Compagnia Salvatore Della Villa
dal Teatro e Novelle di Luigi Pirandello
con Salvatore Della Villa
adattamento e regia Salvatore Della Villa
Il teatro di Pirandello è parola che scava. Memoria dell’accaduto, per comprendere il fatto e addentrarsi nella contraddizione dell’uomo e svestire vulnerabilità e processi della sua esistenza. Oggi come ieri questa ‘’parola‘’ ha la forza di un Teatro sempre nuovo e di una scena mai superata, nell’atto della vita. Uno Nessuno e Pirandello è la fermata di un Uomo e di un Avventore pacifico, in un dialogo apparentemente sconnesso; è la stazione di Fileno con la sua teoria del ‘’cannocchiale rovesciato’’, per arrivare poi in uno spazio temporale non poco distante e incontrare le grottesche e vivide figure di un trascorso contadino con i caratteri de ‘La Giara‘. Altre Stazioni poi, altre fermate, altri di noi con le loro storie e le loro verità. Nell'atto unico "L'uomo dal fiore in bocca" c'è sempre in agguato la precarietà della vita, quella soglia che separa il nulla dall'eternità, per dirla con parole pirandelliane. Il fiore in bocca è proprio l'incertezza di vivere e, di contro, l'entusiasmo per ogni attimo di vita vissuta. Un uomo condannato a morte per un male incurabile (il fiore in bocca) si intrattiene con uno sconosciuto (un pacifico avventore) che, avendo perso il treno, aspetta in un bar quello successivo. L'eccezionalità del momento, per chi “sente la morte addosso”, e la normalità per chi è preso nel giro usuale della vita con i suoi piccoli impegni quotidiani, segnano i due termini della dialettica che si anima nel grande soliloquio del protagonista.
L'atto unico si va sviluppando secondo un criterio ben preciso: da una breve fase iniziale in cui il pacifico avventore espone le proprie vicissitudini e in cui i due personaggi sembrano quasi equipararsi come "peso" scenico, si passa alle fantasticherie e alle digressioni esistenziali dell'Uomo dal fiore, delle cui parole si avverte il ritmo stesso dell'esistenza della gente "comune". La misura poetica e drammatica del monologo, insieme alla suggestiva atmosfera di un luogo notturno, sembrano un’ode sommessa alla vita che sfugge e rendono “L’uomo dal fiore in bocca” un capolavoro del teatro Pirandelliano.
Secondo snodo è 'Sgombero', tratto da una novella scritta nel 1933 e pubblicata postuma. Il sipario si apre nella stanza di una veglia. Durante la veglia accadono tante cose, la particolare situazione consente di riflettere sulle forzature e sugli eccessi della vita.
Terzo snodo è 'La Giara', fresca novella che mette in scena il teatro della vita in una avvincente storia di uomini e di cose. Capolavoro di graffiante ironia ricavato dall'omonima novella, e tuttora annoverata tra le più famose di Pirandello, è una commedia di sole, canti e risate, in una Sicilia estiva intrisa di colore e di folclore. È una delle numerose novelle scritte da Luigi Pirandello. In particolare, questa fu scritta nel 1906 per divenire poi una commedia nel 1916 ed essere inclusa, infine, nelle “Novelle per un anno” del 1917. In modo brillante, “La giara” di Pirandello racconta la disavventura di Don Lolò Zirafa. Zirafa è un proprietario terriero, ancorato saldamente ai propri possedimenti e pronto sempre ad andare allo scontro con chiunque per difenderli. Don Lollò è una giara piena di litigiosità, prepotenza, pignoleria, arroganza ed ira. Egli portando il tutto agli estremi limiti, diventa il simbolo, l’emblema della lite. Il “mondo” fra Don Lollò e lì Dima è vinto da quest’ultimo che, almeno, sa prendere la vita con filosofia ed allegria.
Perché la giara si è rotta? Perché i simili si uniscono: Don Lollò ha la mente incrinata e fa acqua da tutte le parti; è un vaso rotto e non può che comprare una “giara” rotta in partenza.
L'ingresso prevede un contributo associativo di €15.
Chi non è socio dell'associazione può accedere alla rassegna con un supplemento una tantum di €5, previa compilazione del modulo di pre-adesione.
Powered by iCagenda